Ci basta un giorno di riposo e poi neanche quello, x
riprenderci da 4 giorni folli. Ma sai cosa ti dico, che è bello anche così, che
era da tempo che non mi divertivo in questo modo, che la vita x quanto cerchi
di modificartela x quello che sarebbe il meglio x i molti, forse va anche bene
se a te piace pazza, assurda, folle come suonano i commenti della gente ai
nostri racconti. Siamo randagi, e ci piace così, non abbiamo limiti e vorremmo
il meglio dagli altri, noi poi non siamo perfetti, ma almeno abbiamo le nostre
certezze di amicizie, le nostre risate e i nostri”eh??” a tenerci compagnia,
quando tutto il resto attorno a noi non ci lancia niente di positivo. Pensiamo
sempre che una novità sia bella, una persona nuova sia quella giusta, e che
ogni possibilità sia la volta buona che le cose si sistemino. Siamo dei
sognatori che sbattono contro la realtà dei fatti e che si rifugiano in notti
infinite e albe musicali per trovare un po’ di serenità dove il mondo vede
disagio. Io ci sto bene così, sai cosa ti dico: “che anche se mi schifi non mi
importa, io sono felice”. Complicità che torna, un appiglio a tutto quando il
resto crolla, non è vero che le amicizie cambiano, che cresciamo e che le
relazioni con gli altri mutano… hai un lavoro, magari una relazione, magari gli
amici non sono più cosi presenti come i gruppi di ragazzetti nei parchetti a 16
anni. Tutte cazzate, c’è bisogno di compagnia, di follie, di vita bella che
accompagna la monotonia dei giorni che si alternano. Noi siamo una luce che non
si spegne e che illumina anche gli altri, siamo belli e sorridenti, e se anche
ci scende una lacrima poi la tramutiamo in un sorriso. Cosa si può chiedere di
meglio? ;)
A wall pitted by a single air refle shot.
lunedì 23 luglio 2012
giovedì 21 giugno 2012
in punta di piedi......
Come ci entri nelle vite degli altri? In punta di piedi,
sbattendo la porta, piano piano senza far rumore?? Non c’è una tecnica, una
presentazione, una strategia giusta per far si che le cose vadano sempre a
gonfie vele. Occorre essere equilibrati però. Regole da seguire nei rapporti
interpersonali ce ne sarebbero, eccome ma poi ognuno di noi fa a modo suo. Ci
sono affinità che possono unirti irrimediabilmente a qualcuno fino al momento
in cui non realizzi che la vita è fatta di altro. Non basta uno sguardo, anche
se è proprio quello dal quale parte tutto. Uno sguardo, un intesa possono
essere sinceri finchè non si scontrano con la realtà. E quando la magia
svanisce? Cosa ti racconti? Che la si può ricostruire? Sono sempre corsa dietro
alle emozioni forti, alle storie impossibili, agli amori incontrollabili ora mi
basta solo un po’ di tranquillità. Ne ho passate, viste e vissute troppe. Sono
stata troppo volubile quando bastava solo stringere i denti un po’ di più e
restare calma. Ma con quegli up and down la calma non ce l’hai, il mio fisico
ancora soffre di slanci oltre le possibilità e ricadute al suolo da ricovero
costretto. L’equilibrio mi è sempre mancato. Troppi sogni irraggiungibili,
troppe favole, la vita è un'altra, lo capisci col tempo che devi adeguarti ai
compromessi, rimanere salda, pensare a te, coltivare la tua anima. Ho lasciato
andare via la mia individualità e ora poco per volta, lasciandomi guidare
dall’istinto, dalle coincidenze di incontri casuali, sapendo ascoltare e
osservare le persone mi sto ricostruendo dentro. Avrei dovuto tenermi più
stretta me stessa, ma sto utilizzando questa seconda chance che qualcuno
gentilmente mi ha concesso. D’altronde tutto capita per un motivo anche se
infausto o incomprensibile. La mia parte sognatrice riemerge, ahimè, ma almeno
convogliata in qualcosa di positivo. “Se credi in qualcosa il mondo intero si
mobiliterà per fartici arrivare, se saprai cogliere e capire il linguaggio del
mondo”, niente di più fantasioso per alcuni, niente di più vero per altri. Io
rientro nella seconda categoria e voi, a quale appartenete?
una barchetta...
È una calma strana questa tranquillità. Un incontro, uno
sguardo e scatta qualcosa..poi si alza un brindisi tra noi due, ci presentiamo…
e poi veniamo un po’ catturati da un qualcosa che c’è nell’aria. Mi capita
sempre così, colpi di fulmine che poi però non rispecchiano l’eccitazione dei
primi istanti, non reggono alla normalità, o alla conoscenza, alla vita reale.
Sono flash di un attimo che trasposti su un periodo di tempo più lungo si
spengono come candele al vento. Me la prendo con calma. Sono serena. Potrei
essere preoccupata, sai l’eccitazione dell’inizio. L’ho avuta domenica, dopo il
nostro primo incontro..dopo che mi hai riportato a casa, quando pensi “ma
cos’ho fatto?!potevo aspettare” poi dico non sarei io, non sarebbe stata questa
storia. Una conferma, poi due sorrisi, un pensiero positivo sorretto sempre da
un po’ di tensione… un'altra tranquillità, ed ecco il secondo incontro. Poi
meno scintille, sempre sorrisi che spuntano pensandoti.. un po’ di vuoto. Ma la
calma resta. Sono stupita da me. Solitamente sono sempre sul chi va là.. adex
sono tranquilla invece. Ho bisogno di stare un po’ con me stessa. Non farmi più
prendere dalla vita come un uragano, solo la calma prima della tempesta? Questa
volta non credo. Mi sento come su una barchetta che dopo aver vagato per mari
torbidi e pericolosi senza essersene accorta, ha guardato indietro vedendo cosa
aveva scampato e ha cercato porti sicuri per rigenerarsi e cambiare rotta. Poi
il mare piatto la stancava e ha provato ancora l’emozione di un onda anomala
rendendosi conto che non era più il momento di scherzare col fuoco. Era ora di
cambiare..le emozioni forti non fanno più per me. Ho sperimentato tanto e ne
sono uscita un po’ ammaccata. Le ho provate tutte e sto capendo quali sono le
basi sulle quali avanzare nella vita. Ho il tuo pensiero che mi sorride, vado
avanti in pace e se dovrà essere sarà. Buona notte mondo vado a rigenerarmi un
po’ il viaggio è ancora tanto lungo prima della fine.
domenica 3 giugno 2012
a spasso per la vita
Il bello delle notti a zonzo è il non preoccuparsi
minimamente di cosa si dovrà fare il giorno seguente.. viversi la notte in
tutto il suo splendore.. quelle calde e afose dell’estate, tra bagni in
spiaggia, musica, feste e gente, un sacco di gente che si mischia e si mescola
come lucciole nella notte. Quelle invernali, nel loro silenzio infinito, tra la
città che dorme, che ha orari regolari, che si riposa mentre tu invece sei a
scolarti questa vita dalla prima all’ultima birra, un freddo, buio, a volte
piovoso tempo che un po’ da luce a ciò che il tuo umore non lascia trasparire e
in parte ti consola con la sua enorme pazienza nei tuoi confronti. Alla fine ci
sono persone che sfidano il destino per mesi, anni, vite intere, senza
rendersene conto… essendo talmente egoista da pensare che le cose possano
andare sempre e solo che bene. A ripensarci, a quegli anni dove un giorno era
uguale all’altro, notti intere a zonzo per case non tue, parchetti, bar che
diventavano come una seconda casa, a ripensarci, è come se vedessi sopra le mie
azioni un dio quasi sconsolato dall’inutilità di quello che rappresentavo, ma
che per benevolenza quasi non voleva alzare un dito se di me. Come se
importassi ancora meno di un granello disabbia. Nessuna lezione avrebbe contato
tra quella tribù di disperati che pensavano solo a come annebbiarsi il cervello
senza prospettarsi nulla in quella vita che avevano davanti. Strano analizzare
a ritroso quanto poco m’importasse di vivere in quegli anni. Vivere o morire?
Non c era molta differenza. L’importante era estraniarsi solo quello. Quando
assimili troppa vita, poi la guardi e non significa più niente per te. Devi
dosartela poco per volta, per non andare in overdose, per non averne bisogno
sempre di più ogni giorno che avanzi. Altrimenti poi se non ti nutri di emozioni
forti, amori impossibili, amicizie sconclusionate, non ti piace più. Se non te
la complichi all’impossibile non sai apprezzare una giornata al vento, al mare,
a farti cullare dalle onde. E ci vuole
anche questo, stare al passo con le stagioni, con la natura che ci ospita in
questo mondo e che se sai ascoltare forse ha un progetto anche per te, che non
ti saresti mai aspettato niente dal mondo.
domenica 27 maggio 2012
Tu, nient'altro che tu
Il problema sono gli altri e le loro vite. Si il problema
sono loro xchè non ti consentono di pensare alla tua, di vita. Quanti amici
problematici, vite che non ti appartengono più che squillano incessantemente
giorno dopo giorno. Dovrebbero essere amici, ascoltarti, magari anche lo fanno…
ma non ti appartengono. Ti distraggono, ti allontanano da te. Il problema è
riuscire a pensare a te. Non agli altri. O a quello che gli altri vorrebbero
facessi, fossi, inventassi per loro. E il più debole, o il buono, soccombe
sempre. È difficile riuscire a rimanere in equilibrio in questa vita che
incessantemente va avanti, anche la notte, anche nei tuoi sogni. Ci vorrebbe
più tempo, più solitudine, più te. Chiudere la porta e lasciare tutto il mondo
fuori. Cosa vuoi fare? Dove vuoi andare? Con chi vorresti stare… tutte scelte
che fanno giornate, che fanno mesi e anni di vita e che rischi di perdere se
continui ad avanzare dimenticandoti in qualche angolo di quella camera nella
quale non torni mai. Provate a cercarvi nel fondo di un cassetto chiuso, in
mezzo a vecchie foto, a magliette che da bambini non toglievate mai.
Com’eravate e come siete. Che differenza c’è ma restate sempre voi, e magari
ricordandovi com’eravate forse potrete riscoprite come vorreste essere.
venerdì 25 maggio 2012
Oops volò via
Credevi che se ne fosse andata, quell’ondata di malinconia e
tristezza che a volte viene a rapirti. E invece rieccola qua. Non sai bene
cos’è, una sensazione che ti pervade e che per un po’ non ti lascia andare. Ti
tiene prigioniera. Non ci si sta malissimo a dire la verità. Ti fa assaporare
il vero della vita, il bene del mondo e la bontà delle persone. Ti fa scendere
una lacrima per le cose belle ma allo stesso tempo ti rende triste. Serena e
triste allo stesso tempo. Triste dentro ma con un sorriso flebile sul viso,
come di rassegnazione, come di una speranza che non muore mai. Questo traspare
dagli occhi. I bei sentimenti, i gesti umili, la gente che anche se disperata
va avanti giorno dopo giorno. È questo. Nient’altro. Come se tutte le tristezze
del mondo si fossero posate su di te, con lo stesso peso quasi impercettibile
che puoi provare ad avere una farfalla addosso. Quasi nullo, quasi come se non
ci fosse, ma c’è. Ma non lo eviti, e ti giri a guardarla e proprio in
quell’attimo lei vola via, come scrivendo questi versi, la malinconia sparisce.
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