lunedì 23 luglio 2012

la mia vita è fatta di musica e fantasia...


Ci basta un giorno di riposo e poi neanche quello, x riprenderci da 4 giorni folli. Ma sai cosa ti dico, che è bello anche così, che era da tempo che non mi divertivo in questo modo, che la vita x quanto cerchi di modificartela x quello che sarebbe il meglio x i molti, forse va anche bene se a te piace pazza, assurda, folle come suonano i commenti della gente ai nostri racconti. Siamo randagi, e ci piace così, non abbiamo limiti e vorremmo il meglio dagli altri, noi poi non siamo perfetti, ma almeno abbiamo le nostre certezze di amicizie, le nostre risate e i nostri”eh??” a tenerci compagnia, quando tutto il resto attorno a noi non ci lancia niente di positivo. Pensiamo sempre che una novità sia bella, una persona nuova sia quella giusta, e che ogni possibilità sia la volta buona che le cose si sistemino. Siamo dei sognatori che sbattono contro la realtà dei fatti e che si rifugiano in notti infinite e albe musicali per trovare un po’ di serenità dove il mondo vede disagio. Io ci sto bene così, sai cosa ti dico: “che anche se mi schifi non mi importa, io sono felice”. Complicità che torna, un appiglio a tutto quando il resto crolla, non è vero che le amicizie cambiano, che cresciamo e che le relazioni con gli altri mutano… hai un lavoro, magari una relazione, magari gli amici non sono più cosi presenti come i gruppi di ragazzetti nei parchetti a 16 anni. Tutte cazzate, c’è bisogno di compagnia, di follie, di vita bella che accompagna la monotonia dei giorni che si alternano. Noi siamo una luce che non si spegne e che illumina anche gli altri, siamo belli e sorridenti, e se anche ci scende una lacrima poi la tramutiamo in un sorriso. Cosa si può chiedere di meglio? ;)

giovedì 21 giugno 2012

in punta di piedi......


Come ci entri nelle vite degli altri? In punta di piedi, sbattendo la porta, piano piano senza far rumore?? Non c’è una tecnica, una presentazione, una strategia giusta per far si che le cose vadano sempre a gonfie vele. Occorre essere equilibrati però. Regole da seguire nei rapporti interpersonali ce ne sarebbero, eccome ma poi ognuno di noi fa a modo suo. Ci sono affinità che possono unirti irrimediabilmente a qualcuno fino al momento in cui non realizzi che la vita è fatta di altro. Non basta uno sguardo, anche se è proprio quello dal quale parte tutto. Uno sguardo, un intesa possono essere sinceri finchè non si scontrano con la realtà. E quando la magia svanisce? Cosa ti racconti? Che la si può ricostruire? Sono sempre corsa dietro alle emozioni forti, alle storie impossibili, agli amori incontrollabili ora mi basta solo un po’ di tranquillità. Ne ho passate, viste e vissute troppe. Sono stata troppo volubile quando bastava solo stringere i denti un po’ di più e restare calma. Ma con quegli up and down la calma non ce l’hai, il mio fisico ancora soffre di slanci oltre le possibilità e ricadute al suolo da ricovero costretto. L’equilibrio mi è sempre mancato. Troppi sogni irraggiungibili, troppe favole, la vita è un'altra, lo capisci col tempo che devi adeguarti ai compromessi, rimanere salda, pensare a te, coltivare la tua anima. Ho lasciato andare via la mia individualità e ora poco per volta, lasciandomi guidare dall’istinto, dalle coincidenze di incontri casuali, sapendo ascoltare e osservare le persone mi sto ricostruendo dentro. Avrei dovuto tenermi più stretta me stessa, ma sto utilizzando questa seconda chance che qualcuno gentilmente mi ha concesso. D’altronde tutto capita per un motivo anche se infausto o incomprensibile. La mia parte sognatrice riemerge, ahimè, ma almeno convogliata in qualcosa di positivo. “Se credi in qualcosa il mondo intero si mobiliterà per fartici arrivare, se saprai cogliere e capire il linguaggio del mondo”, niente di più fantasioso per alcuni, niente di più vero per altri. Io rientro nella seconda categoria e voi, a quale appartenete?

una barchetta...


È una calma strana questa tranquillità. Un incontro, uno sguardo e scatta qualcosa..poi si alza un brindisi tra noi due, ci presentiamo… e poi veniamo un po’ catturati da un qualcosa che c’è nell’aria. Mi capita sempre così, colpi di fulmine che poi però non rispecchiano l’eccitazione dei primi istanti, non reggono alla normalità, o alla conoscenza, alla vita reale. Sono flash di un attimo che trasposti su un periodo di tempo più lungo si spengono come candele al vento. Me la prendo con calma. Sono serena. Potrei essere preoccupata, sai l’eccitazione dell’inizio. L’ho avuta domenica, dopo il nostro primo incontro..dopo che mi hai riportato a casa, quando pensi “ma cos’ho fatto?!potevo aspettare” poi dico non sarei io, non sarebbe stata questa storia. Una conferma, poi due sorrisi, un pensiero positivo sorretto sempre da un po’ di tensione… un'altra tranquillità, ed ecco il secondo incontro. Poi meno scintille, sempre sorrisi che spuntano pensandoti.. un po’ di vuoto. Ma la calma resta. Sono stupita da me. Solitamente sono sempre sul chi va là.. adex sono tranquilla invece. Ho bisogno di stare un po’ con me stessa. Non farmi più prendere dalla vita come un uragano, solo la calma prima della tempesta? Questa volta non credo. Mi sento come su una barchetta che dopo aver vagato per mari torbidi e pericolosi senza essersene accorta, ha guardato indietro vedendo cosa aveva scampato e ha cercato porti sicuri per rigenerarsi e cambiare rotta. Poi il mare piatto la stancava e ha provato ancora l’emozione di un onda anomala rendendosi conto che non era più il momento di scherzare col fuoco. Era ora di cambiare..le emozioni forti non fanno più per me. Ho sperimentato tanto e ne sono uscita un po’ ammaccata. Le ho provate tutte e sto capendo quali sono le basi sulle quali avanzare nella vita. Ho il tuo pensiero che mi sorride, vado avanti in pace e se dovrà essere sarà. Buona notte mondo vado a rigenerarmi un po’ il viaggio è ancora tanto lungo prima della fine.

domenica 3 giugno 2012

a spasso per la vita


Il bello delle notti a zonzo è il non preoccuparsi minimamente di cosa si dovrà fare il giorno seguente.. viversi la notte in tutto il suo splendore.. quelle calde e afose dell’estate, tra bagni in spiaggia, musica, feste e gente, un sacco di gente che si mischia e si mescola come lucciole nella notte. Quelle invernali, nel loro silenzio infinito, tra la città che dorme, che ha orari regolari, che si riposa mentre tu invece sei a scolarti questa vita dalla prima all’ultima birra, un freddo, buio, a volte piovoso tempo che un po’ da luce a ciò che il tuo umore non lascia trasparire e in parte ti consola con la sua enorme pazienza nei tuoi confronti. Alla fine ci sono persone che sfidano il destino per mesi, anni, vite intere, senza rendersene conto… essendo talmente egoista da pensare che le cose possano andare sempre e solo che bene. A ripensarci, a quegli anni dove un giorno era uguale all’altro, notti intere a zonzo per case non tue, parchetti, bar che diventavano come una seconda casa, a ripensarci, è come se vedessi sopra le mie azioni un dio quasi sconsolato dall’inutilità di quello che rappresentavo, ma che per benevolenza quasi non voleva alzare un dito se di me. Come se importassi ancora meno di un granello disabbia. Nessuna lezione avrebbe contato tra quella tribù di disperati che pensavano solo a come annebbiarsi il cervello senza prospettarsi nulla in quella vita che avevano davanti. Strano analizzare a ritroso quanto poco m’importasse di vivere in quegli anni. Vivere o morire? Non c era molta differenza. L’importante era estraniarsi solo quello. Quando assimili troppa vita, poi la guardi e non significa più niente per te. Devi dosartela poco per volta, per non andare in overdose, per non averne bisogno sempre di più ogni giorno che avanzi. Altrimenti poi se non ti nutri di emozioni forti, amori impossibili, amicizie sconclusionate, non ti piace più. Se non te la complichi all’impossibile non sai apprezzare una giornata al vento, al mare, a farti cullare dalle onde.  E ci vuole anche questo, stare al passo con le stagioni, con la natura che ci ospita in questo mondo e che se sai ascoltare forse ha un progetto anche per te, che non ti saresti mai aspettato niente dal mondo.

domenica 27 maggio 2012

Tu, nient'altro che tu


Il problema sono gli altri e le loro vite. Si il problema sono loro xchè non ti consentono di pensare alla tua, di vita. Quanti amici problematici, vite che non ti appartengono più che squillano incessantemente giorno dopo giorno. Dovrebbero essere amici, ascoltarti, magari anche lo fanno… ma non ti appartengono. Ti distraggono, ti allontanano da te. Il problema è riuscire a pensare a te. Non agli altri. O a quello che gli altri vorrebbero facessi, fossi, inventassi per loro. E il più debole, o il buono, soccombe sempre. È difficile riuscire a rimanere in equilibrio in questa vita che incessantemente va avanti, anche la notte, anche nei tuoi sogni. Ci vorrebbe più tempo, più solitudine, più te. Chiudere la porta e lasciare tutto il mondo fuori. Cosa vuoi fare? Dove vuoi andare? Con chi vorresti stare… tutte scelte che fanno giornate, che fanno mesi e anni di vita e che rischi di perdere se continui ad avanzare dimenticandoti in qualche angolo di quella camera nella quale non torni mai. Provate a cercarvi nel fondo di un cassetto chiuso, in mezzo a vecchie foto, a magliette che da bambini non toglievate mai. Com’eravate e come siete. Che differenza c’è ma restate sempre voi, e magari ricordandovi com’eravate forse potrete riscoprite come vorreste essere.

venerdì 25 maggio 2012

Oops volò via


Credevi che se ne fosse andata, quell’ondata di malinconia e tristezza che a volte viene a rapirti. E invece rieccola qua. Non sai bene cos’è, una sensazione che ti pervade e che per un po’ non ti lascia andare. Ti tiene prigioniera. Non ci si sta malissimo a dire la verità. Ti fa assaporare il vero della vita, il bene del mondo e la bontà delle persone. Ti fa scendere una lacrima per le cose belle ma allo stesso tempo ti rende triste. Serena e triste allo stesso tempo. Triste dentro ma con un sorriso flebile sul viso, come di rassegnazione, come di una speranza che non muore mai. Questo traspare dagli occhi. I bei sentimenti, i gesti umili, la gente che anche se disperata va avanti giorno dopo giorno. È questo. Nient’altro. Come se tutte le tristezze del mondo si fossero posate su di te, con lo stesso peso quasi impercettibile che puoi provare ad avere una farfalla addosso. Quasi nullo, quasi come se non ci fosse, ma c’è. Ma non lo eviti, e ti giri a guardarla e proprio in quell’attimo lei vola via, come scrivendo questi versi, la malinconia sparisce.