Come ci entri nelle vite degli altri? In punta di piedi,
sbattendo la porta, piano piano senza far rumore?? Non c’è una tecnica, una
presentazione, una strategia giusta per far si che le cose vadano sempre a
gonfie vele. Occorre essere equilibrati però. Regole da seguire nei rapporti
interpersonali ce ne sarebbero, eccome ma poi ognuno di noi fa a modo suo. Ci
sono affinità che possono unirti irrimediabilmente a qualcuno fino al momento
in cui non realizzi che la vita è fatta di altro. Non basta uno sguardo, anche
se è proprio quello dal quale parte tutto. Uno sguardo, un intesa possono
essere sinceri finchè non si scontrano con la realtà. E quando la magia
svanisce? Cosa ti racconti? Che la si può ricostruire? Sono sempre corsa dietro
alle emozioni forti, alle storie impossibili, agli amori incontrollabili ora mi
basta solo un po’ di tranquillità. Ne ho passate, viste e vissute troppe. Sono
stata troppo volubile quando bastava solo stringere i denti un po’ di più e
restare calma. Ma con quegli up and down la calma non ce l’hai, il mio fisico
ancora soffre di slanci oltre le possibilità e ricadute al suolo da ricovero
costretto. L’equilibrio mi è sempre mancato. Troppi sogni irraggiungibili,
troppe favole, la vita è un'altra, lo capisci col tempo che devi adeguarti ai
compromessi, rimanere salda, pensare a te, coltivare la tua anima. Ho lasciato
andare via la mia individualità e ora poco per volta, lasciandomi guidare
dall’istinto, dalle coincidenze di incontri casuali, sapendo ascoltare e
osservare le persone mi sto ricostruendo dentro. Avrei dovuto tenermi più
stretta me stessa, ma sto utilizzando questa seconda chance che qualcuno
gentilmente mi ha concesso. D’altronde tutto capita per un motivo anche se
infausto o incomprensibile. La mia parte sognatrice riemerge, ahimè, ma almeno
convogliata in qualcosa di positivo. “Se credi in qualcosa il mondo intero si
mobiliterà per fartici arrivare, se saprai cogliere e capire il linguaggio del
mondo”, niente di più fantasioso per alcuni, niente di più vero per altri. Io
rientro nella seconda categoria e voi, a quale appartenete?
giovedì 21 giugno 2012
una barchetta...
È una calma strana questa tranquillità. Un incontro, uno
sguardo e scatta qualcosa..poi si alza un brindisi tra noi due, ci presentiamo…
e poi veniamo un po’ catturati da un qualcosa che c’è nell’aria. Mi capita
sempre così, colpi di fulmine che poi però non rispecchiano l’eccitazione dei
primi istanti, non reggono alla normalità, o alla conoscenza, alla vita reale.
Sono flash di un attimo che trasposti su un periodo di tempo più lungo si
spengono come candele al vento. Me la prendo con calma. Sono serena. Potrei
essere preoccupata, sai l’eccitazione dell’inizio. L’ho avuta domenica, dopo il
nostro primo incontro..dopo che mi hai riportato a casa, quando pensi “ma
cos’ho fatto?!potevo aspettare” poi dico non sarei io, non sarebbe stata questa
storia. Una conferma, poi due sorrisi, un pensiero positivo sorretto sempre da
un po’ di tensione… un'altra tranquillità, ed ecco il secondo incontro. Poi
meno scintille, sempre sorrisi che spuntano pensandoti.. un po’ di vuoto. Ma la
calma resta. Sono stupita da me. Solitamente sono sempre sul chi va là.. adex
sono tranquilla invece. Ho bisogno di stare un po’ con me stessa. Non farmi più
prendere dalla vita come un uragano, solo la calma prima della tempesta? Questa
volta non credo. Mi sento come su una barchetta che dopo aver vagato per mari
torbidi e pericolosi senza essersene accorta, ha guardato indietro vedendo cosa
aveva scampato e ha cercato porti sicuri per rigenerarsi e cambiare rotta. Poi
il mare piatto la stancava e ha provato ancora l’emozione di un onda anomala
rendendosi conto che non era più il momento di scherzare col fuoco. Era ora di
cambiare..le emozioni forti non fanno più per me. Ho sperimentato tanto e ne
sono uscita un po’ ammaccata. Le ho provate tutte e sto capendo quali sono le
basi sulle quali avanzare nella vita. Ho il tuo pensiero che mi sorride, vado
avanti in pace e se dovrà essere sarà. Buona notte mondo vado a rigenerarmi un
po’ il viaggio è ancora tanto lungo prima della fine.
domenica 3 giugno 2012
a spasso per la vita
Il bello delle notti a zonzo è il non preoccuparsi
minimamente di cosa si dovrà fare il giorno seguente.. viversi la notte in
tutto il suo splendore.. quelle calde e afose dell’estate, tra bagni in
spiaggia, musica, feste e gente, un sacco di gente che si mischia e si mescola
come lucciole nella notte. Quelle invernali, nel loro silenzio infinito, tra la
città che dorme, che ha orari regolari, che si riposa mentre tu invece sei a
scolarti questa vita dalla prima all’ultima birra, un freddo, buio, a volte
piovoso tempo che un po’ da luce a ciò che il tuo umore non lascia trasparire e
in parte ti consola con la sua enorme pazienza nei tuoi confronti. Alla fine ci
sono persone che sfidano il destino per mesi, anni, vite intere, senza
rendersene conto… essendo talmente egoista da pensare che le cose possano
andare sempre e solo che bene. A ripensarci, a quegli anni dove un giorno era
uguale all’altro, notti intere a zonzo per case non tue, parchetti, bar che
diventavano come una seconda casa, a ripensarci, è come se vedessi sopra le mie
azioni un dio quasi sconsolato dall’inutilità di quello che rappresentavo, ma
che per benevolenza quasi non voleva alzare un dito se di me. Come se
importassi ancora meno di un granello disabbia. Nessuna lezione avrebbe contato
tra quella tribù di disperati che pensavano solo a come annebbiarsi il cervello
senza prospettarsi nulla in quella vita che avevano davanti. Strano analizzare
a ritroso quanto poco m’importasse di vivere in quegli anni. Vivere o morire?
Non c era molta differenza. L’importante era estraniarsi solo quello. Quando
assimili troppa vita, poi la guardi e non significa più niente per te. Devi
dosartela poco per volta, per non andare in overdose, per non averne bisogno
sempre di più ogni giorno che avanzi. Altrimenti poi se non ti nutri di emozioni
forti, amori impossibili, amicizie sconclusionate, non ti piace più. Se non te
la complichi all’impossibile non sai apprezzare una giornata al vento, al mare,
a farti cullare dalle onde. E ci vuole
anche questo, stare al passo con le stagioni, con la natura che ci ospita in
questo mondo e che se sai ascoltare forse ha un progetto anche per te, che non
ti saresti mai aspettato niente dal mondo.
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